Laika in un francobollo postale emesso dalle poste rumene nel 1957. Il lancio e la triste fine della cagnetta Laika sollevarono un indignato coro di proteste in tutto il mondo, e anche da alcuni paesi del Patto di Varsavia, come la Polonia e, appunto, la Romania…
Francobollo postale raffigurante la cagnetta Laika emesso dalle poste Rumene
PERCHE’ DUNQUE UN SUCCESSO?
Perché, pur non conoscendo esattamente il momento della morte della piccola Laika, Vudrovka (Ricciolina) era il suo vero nome, sappiamo che avvenne dopo che la navicella aveva raggiunto l’orbita, per cui fu dimostrato che un essere vivente, per giunta minuto come la piccola randagia di Mosca, poteva sopravvivere sia al lancio orbitale che in assenza di peso, che a tutte le incognite (campi magnetici, radiazioni, ecc.) che ancora accompagnavano quei primi passi nell'”ultima frontiera”.
Con tutta probabilità (quasi settanta anni dopo il lancio siamo ancora costretti a fare ipotesi), Laika morì per un malfunzionamento del sistema di climatizzazione all’interno della piccola capsula.
Guarda il video “Laika, la prima vittima della corsa allo spazio” direttamente dal canale YouTube di Mitiche Stelle, per conoscere informazioni più dettagliate e guardare contributi video e fotografici sulla missione orbitale della piccola cagnetta Laika…
Ma per Laika, ad onor del vero, non c’era alcuna possibilità di sopravvivere, la sua sorte fu segnata nell’esatto istante in cui il compagno Chruscev prese la decisione di inviare in tutta fretta un essere vivente nello spazio, meno di un mese dopo lo Sputnik 1. A quel tempo non esisteva ancora la tecnologia per uscire dall’orbita e recuperare un satellite, ma andava dato un segnale politico forte, e il 7 novembre sarebbe stato il 40° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, si doveva lanciare, costasse quel che costasse…
Costò la vita di Laika, e pur cercando di indorare la pillola (fu detto che alla piccola fu praticata l’eutanasia una settimana dopo il lancio, fu chiamato in causa l'”alto valore scientifico” della missione, poiché andava capito cosa rischiasse un essere umano nello spazio…), uno degli addestratori di Laika scrisse:
“Il lavoro con gli animali è fonte di sofferenza per tutti noi. Li trattiamo come bambini che non possono parlare, e più il tempo passa e più sono addolorato.
Non avremmo dovuto farlo, anche perché da quella missione non abbiamo imparato nulla che giustificasse la morte di Laika…”
Se è vero che il viaggio senza ritorno della piccola Laika servì a spianare la via al lancio, quattro anni dopo e dallo stesso launchpad dello Sputnik 2 e di Laika, di Yurij Gagarin, il primo uomo nello spazio, resta pur sempre una profonda tristezza nel raccontare questa storia, nel sapere che degli esseri viventi, nel più totale terrore, nella più totale solitudine, nel buio e nel silenzio dello spazio, siano stati sacrificati per “un interesse più alto”…