Lo Sparviero Klingon, ribattezzato dal Dr. McCoy “HMS Bounty”, lascia la superficie del pianeta Vulcano all’inizio del quarto film della saga: Star Trek, Rotta verso la Terra.
Fin dall’inizio della saga di Star Trek, il pianeta Vulcano ha sempre rappresentato “il” pianeta amico, popolato da esseri molto simili agli umani, distinguibili dalle caratteristiche orecchie a punta, da una forza superiore e da un senso logico e della ragione tanto spiccato da diventare, insieme alla repressione delle emozioni, il fondamento stesso dell’essere “vulcaniano”. I Vulcaniani sono stati i primi ad entrare in contatto con gli umani (“Star Trek: primo contatto”, 1996) una volta che, dopo la terza guerra mondiale, questi sono riusciti grazie al genio di Zephren Cochran a mettere a punto la propulsione a curvatura. iIl pianeta Vulcano rappresenta quindi, nella finzione cinematografica e nell’immaginario dei milioni di fan delle avventure dell’Enterprise nate dalla fantasia e dalla penna di Gene Roddenberry, il vero e proprio gemello della Terra nella galassia, un punto di arrivo e di partenza, vista anche la sua relativa “vicinanza”. Immaginate quindi il subbuglio che la notizia della scoperta di un pianeta proprio dove Roddenberry l’aveva immaginato, ovvero all’interno della fascia abitabile attorno alla stella 40 Eridani (chiamata Keid, dall’arabo qayd, “guscio d’uovo”), a soli 16 anni luce dalla Terra ha provocato in chi è praticamente cresciuto con il capitano Kirk, Spock e tutti gli altri protagonisti della serie.
A luglio di quest’anno, infatti, gli scienziati che coordinano la Dharma Planet Survey hanno annunciato la scoperta di un pianeta orbitante nella fascia abitabile di Keid A, la stella di sequenza principale del sistema triplo 40 Eridani. Quella che noi conosciamo come 40 Eridani è infatti un sistema costituito da tre stelle, Keid A, B e C. La prima, come visto, è una stella di sequenza proncipale, di massa e dimensioni pari a circa il 90% di quelle del nostro Sole. Keid A ha una temperatura superficiale di circa 700 gradi più bassa ed è di solo qualche centinaio di milione di anni più vecchia. Altra caratteristica in comune è un ciclo di attività a periodicità decennale, molto simile a quello con periodicità undecennale che caratterizza il nostro Sole. Keid B è invece una nana bianca, delle dimensioni di circa 1,5 volte quelle della Terra, con una temperatura superficiale vicina ai 17000 gradi; è ciò che resta di una stella di sequenza principale diventata una supergigante e poi una nana bianca. Keid C è una stella rossa a flare, una piccola stella dalla temperatura superficiale di poco più di tremila gradi che si caratterizza per la comparsa di flares, causati da “cortocircuiti” imprevedibili del loro campo magnetico, che arrivano anche a raddoppiare per brevissimi periodi la luminosità della stella. E’ circa un terzo della Terra, ha una massa che è circa un quinto di quella solare e dista da Keid B in media circa 35 UA (nel nostro sistema solare, al perielio disterebbe dal Sole quanto Urano e all’afelio quanto l’afelio di Plutone), ed entrambe orbitano attorno a Keid A in circa 8000 anni alla distanza di poco meno di 420 UA, ben oltre, per continuare il paragone con il nostro sistema solare, la nostra fascia di Kuiper.
Da quanto detto è logico aspettarsi che solo Keid A possa ospitare pianeti in orbita nei suoi dintorni, ed in effetti è proprio attorno a questa stella che è stato trovato il pianeta Vulcano. A luglio scorso è stata annunciata la scoperta di un pianeta, battezzato HD 26965, che orbita intorno a Keid A, dalla quale dista 0,21 UA, in circa 42 giorni e con una massa 8,5 volte quella della Terra. La notizia ha ovviamente acceso le speranze dei fan del dottor Spock, visto che il pianeta orbita molto vicino ai confini della fascia abitabile di Keid A, compresa tra 0,55 e 1,10 UA dalla stella.
Che esistano veramente i Vulcaniani lassù? La cosa è improbabile per una serie di ragioni, quali la fortissima gravità (un uomo di 80 kg lì peserebbe 520 chili), l’estrema vicinanza alla stella (poco più di 30 milioni di km) ed un anno di soli 42 giorni (anche se si dovrebbe conoscere l’inclinazione dell’asse di rotazione per capire quanto questo possa influire sulle stagioni). Insomma, non proprio il pianeta ideale per ospitare vita intelligente, figuriamoci i Vulcaniani!
UNA LETTERA DI QUASI TRENT’ANNI FA
Come detto, l’attribuzione di 40 Eridani come “sole” del pianeta Vulcano spetta proprio a Gene Roddenberry, l’inventore della saga di Star Trek. In una lettera spedita a Sky&Telescope nel luglio del 1991, Roddenberry ed alcuni astronomi dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics fanno chiarezza sulla localizzazione del pianeta Vulcano, in quanto due libri della serie indicavano 40 Eridani, mentre una terza pubblicazione indicava la stella Epsilon Eridani:
La stella attorno alla quale orbita Vulcano non è mai stata identificata nella serie originale o in nessuno dei film basati su di essa e quindi non è mai stata stabilita ufficialmente. Ma due candidati sono stati suggeriti nella letteratura correlata.
Preferiamo l’identificazione di 40 Eridani come il Sole di Vulcano a causa di ciò che abbiamo imparato su entrambe le stelle a Mount Wilson […] Le osservazioni del progetto HK suggeriscono che 40 Eridani ha 4 miliardi di anni, all’incirca la stessa età del Sole. Al contrario, Epsilon Eridani ha appena 1 miliardo di anni.
Basandosi sulla storia della vita sulla Terra, la vita su qualsiasi pianeta attorno a Epsilon Eridani non avrebbe avuto il tempo di evolversi oltre il livello dei batteri. D’altra parte, una civiltà intelligente potrebbe essersi evoluta negli eoni di un pianeta attorno ai 40 Eridani. Quindi quest’ultimo è il più probabile sole vulcaniano [[…] Presumibilmente, il pianeta Vulcano orbita intorno alla stella primaria, una nana arancione di sequenza principale di tipo spettrale K1…