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Quando tra madre e figlio non c’è dialogo

La Cassini-Huygens in viaggio verso Saturno e Titano

La Cassini-Huygens in viaggio verso Saturno e Titano (Nathan Koga for NASAspaceflight.com)

La missione Cassini-Huygens, che porterà la sonda costruita mediante una collaborazione ESA-NASA e di cui abbiamo abbondantemente parlato nell’allegato di marzo 2001 di AstroEmagazine, sta vivendo in queste ore momenti cruciali.
La scoperta, qualche mese fa, di un banale errore nelle comunicazioni tra la sonda Cassini e il probe Huygens destinato alla discesa su Titano, ha messo in apprensione tutta la comunità scientifica, non solo astronomica (basti pensare alle implicazioni astrobiologiche che i dati registrati su Titano potrebbero avere).

Si è infatti pensato ad un modo per risolvere il difetto di comunicazione, nato forse da una non troppo attenta pianificazione delle frequenze di comunicazione tra il probe e la sonda madre. Infatti, la Cassini “ascolterà”, grazie ad un apparato di ricezione ovviamente non più sostituibile, il probe Huygens ad una determinata frequenza (una trasmissione unica, irripetibile purtroppo). Ma è noto come la velocità relativa dei due corpi (la sonda in orbita e il probe sul satellite) influenza, per effetto Doppler, la frequenza delle onde radio: risultato è che la sonda Cassini non “sentirà” assolutamente nulla, perché la frequenza impostata nel ricevitore non è stata calcolata tenendo conto di quest’effetto. Un errore banale, ma che potrebbe costare la gran parte del peso scientifico della missione.

Fortunatamente, i cervelli che hanno partorito questo difetto sono anche tra i migliori del mondo nel loro campo (!). Ed ecco che spunta fuori la soluzione: ridisegnare l’intero tour del sistema di Saturno e riprogettare tutte le fasi della discesa del probe su Titano. L’inghippo verrà risolto rilasciando Huygens circa due mesi dopo quanto finora previsto ed effettuando con la sonda Cassini un flyby con Titano non all’altezza inizialmente ipotizzata di poco più di mille chilometri, bensì di oltre 60.000, per permetterle di registrare i dati e di rimandarli a Terra. Il tutto verrà realizzato con un sorvolo in più di Titano (tre invece di due).

(Piter Cardone – Pubblicato su “AstroEmagazine” n. 19, Settembre 2001, pag. 9)

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