Illustrazione artistica del pianeta extrasolare di cui per la prima volta è stata rilevata un’atmosfera (fonte: ESA/Hubble)
Che sia la volta buona che una notizia come quella che è oggetto di questa nota sia confermata?
Noi crediamo di si, visto che gli argomenti a suo supporto sono abbastanza forti. Sul prossimo numero dell’Astrophisical Journal verrà pubblicato un lavoro che riporta la prima rilevazione dell’esistenza di un’atmosfera su un pianeta extrasolare, orbitante attorno ad un’altra stella. Fondamentale (e come dubitarne?) è stato ancora una volta l’Hubble Space Telescope ed il suo spettrografo. Il pianeta, che è di circa il 30% più grande di Giove, orbita in 3,5 giorni attorno a una stella, classificata con la sigla HD 209458, di classe spettrale simile a quella del Sole, che dista dalla nostra stella circa 150 anni luce.
Per osservare l’atmosfera di un pianeta orbitante attorno ad una stella si devono essenzialmente osservare righe di assorbimento nello spettro della stella che siano dovute ad elementi caratteristici dell’atmosfera del pianeta.
Il gruppo di ricerca che ha utilizzato l’Hubble, guidato da David Charbouneau (CalTech), Timothy Brown (National Center for Atmospheric Research), Robert Noyes (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics) e Ronald Gilliland (Space Telescope Science Institute) ha osservato lo spettro della stella al momento del transito tra essa e la Terra del pianeta ed ha potuto chiaramente individuare la firma del sodio sotto forma di righe di assorbimento.
La stella presenta già di per sé una certa quantità di sodio nella sua atmosfera, che è chiaramente visibile nel suo spettro quando tra noi e la stella non c’è il pianeta, ma quello che si è osservato durante il transito è stato un aumento della percentuale di sodio, pari a circa l’l%, che poteva essere spiegato con la presenza di tale elemento nell’atmosfera del pianeta che ha filtrato i raggi di luce diretti verso la Terra.
Dal 1995, anno in cui è stato scoperto il primo pianeta extrasolare, ad oggi, nessuno aveva mai osservato la presenza di atmosfere sulle dozzine di pianeti extrasolari scoperti, e soprattutto nessuno riteneva che l’Hubble Space Telescope fosse in grado di realizzare un simile exploit. Un altro prezioso tassello nel quadro della carriera di questo incredibile strumento.
(Piter Cardone – Pubblicato su “AstroEmagazine” n. 21, Dicembre 2001, pag. 12)