Rappresentazione artistica del sistema Epsilon Indi: due nane brune orbitano l’una attorno all’altra e insieme orbitano attorno a una stella simile al Sole, molto più distante (fonte: R. M. Candanosa e S. Dieterich, Carnegie Institution for Science)
Per la prima volta è stato possibile dedurre la presenza di fenomeni meteorologici su un oggetto al di fuori del sistema solare. Astronomi dell’Università di Los Angeles hanno osservato diverse nane brune, oggetti astronomici molto più grandi di Giove ma con una massa troppo ridotta per innescare reazioni termonucleari nel loro nucleo, arrivando ad elaborare un modello meteorologico basandosi su diverse analogie con Giove.
Le nane brune, considerate stelle mancate, hanno temperature superficiali dell’ordine dei 2000°, e sono quindi in grado di vaporizzare diverse sostanze, tra le quali il ferro. Il raffreddamento di questi gas permette la loro condensazione in nuvole, che ne oscurano in parte la radiazione infrarossa frapponendosi tra la fonte e l’osservatore. Quando, per fenomeni meteorologici come i moti di convezione nella troposfera dovuti all’ulteriore raffreddamento dell’astro, tali nuvole vengono spazzate via, si assiste ad un repentino aumento della luminosità della stella nella radiazione infrarossa (queste stelle, come ricorda anche il loro nome, non sono visibili in ottico).
Il modello è in grado di riprodurre fedelmente sia i colori che le magnitudini delle nane brune di tipo L e T ed è in
grado di spiegare la persistenza delle bande di F e H in questi tipi di astri.
(Piter Cardone – Pubblicato su “AstroEmagazine” n. 24, Giugno 2002, pag. 14)