E’ un periodo, quello recente, in cui si susseguono numerose scoperte che portano a riconsiderare e a ridatare l’ultimo periodo geologico in cui ha vissuto l’uomo “moderno”. Ciò ovviamente ha molte ripercussioni sulla datazione delle vicende umane, dall’inizio dell’agricoltura, quando i primi uomini passarono dall’essere nomadi e dediti alla caccia al diventare cacciatori-raccoglitori e divenire stanziali in un habitat, fino alla nascita dei miti.
Ad inizio luglio, l’Unione Internazionale delle Scienze Geologiche (IUGS) ha ratificato una modifica della scala temporale geologica dell’ultimo periodo dell’Olocene (l’epoca in cui viviamo), modifica basata su ritrovamenti stratigrafici che sono diventati quindi standard geologici. Tale ridefinizione dell’ultimo periodo geologico non si basata dunque sulla capacità tutta umana di modificare drasticamente l’ambiente in cui vive, come era stato richiesto da chi proponeva una definizione di Antropocene per l’ultima parte dell’Olocene, ma su dati rigorosamente scientifici e rintracciabili in tutti e sette i continenti. La decisione viene dopo oltre 10 anni di ricerca di scienziati specializzati nel Quaternario, esaminati e testati dalle sottocommissioni della Commissione Internazionale per la Stratigrafia sotto la presidenza del professor David Harper dell’Università di Durham, Regno Unito.
Le unità della scala temporale geologica, infatti, sono basate su strati sedimentari che si sono accumulati nel tempo e contengono al loro interno tipi di sedimenti, fossili e isotopi chimici che registrano il passare del tempo e gli eventi fisici e biologici che li hanno prodotti. Le tre nuove epoche dell’Oloccene sono rappresentate da una ricchezza di sedimenti che si accumulano in tutto il mondo sul fondo del mare, sul fondo dei laghi, nei ghiacci e come strati di calcite in stalattiti e stalagmiti. Il limite inferiore degli stadi della Groenlandia e del Nord è definito a livelli specifici nelle carote di ghiaccio della Groenlandia. Il limite inferiore dello stadio Meghalayano – appena “promosso” ultimo periodo dell’Olocene – è definito ad un livello specifico in una stalagmite di una grotta nell’India nordorientale, presso Meghalayan, appunto. Le carote di ghiaccio e la stalagmite sono ora identificate come geostandard internazionali e sono state collocate in archivi protetti accessibili per ulteriori studi.
L’età tardo-olocenica del Meghalayano iniziò nel periodo in cui le società agricole di tutto il mondo sperimentarono una mega-siccità improvvisa e critica, che terminò 4.200 anni fa. Le società agricole che si sono sviluppate in diverse regioni dopo la fine dell’ultima era glaciale sono state gravemente colpite dall’evento climatico, che durò circa 200 anni e che ha portato al collasso di quelle civiltà, causando migrazioni umane in Egitto, Grecia, Siria, Palestina, Mesopotamia, Valle dell’Indo e valle del fiume Yangtze.
Questo fa del Meghalayano un’eta unica tra i molti intervalli della scala temporale geologica, in quanto il suo inizio coincide con un evento culturale globale prodotto da un evento climatico globale, che fa convergere in maniera straordinaria la stratigrafia geologica e dell’evoluzione culturale umana.
La Commissione Internazionale per la Stratigrafia, che è responsabile della standardizzazione della scala temporale geologica, ha approvato la definizione dell’inizio dell’unità più giovane della scala temporale geologica in base ai tempi di questo evento. Il Meghalayano risulta quindi partire dai giorni nostri indietro fino all’evento di profonda aridità datato 4.200 anni fa, chiamato appunto evento 4,2 kiloyear. Inoltre, ha approvato anche le proposte per la costituzione di altre due epoche ad essa immediatamente precedenti: il Nordgrippiano, intermedio, e il Greenlandiano, la più lontana delle tre età dell’Olocene, che giunge indietro fino alla fine dell’ultima era glaciale. Queste hanno inizio con eventi climatici avvenuti rispettivamente circa 8.300 anni e 11.700 anni fa.
Le tre età comprendono l’Olocene, che rappresenta il tempo trascorso dalla fine dell’ultima era glaciale.
Ecco dunque il Grafico Cronostratigrafico Internazionale aggiornato alle ultime modifiche della Commissione sulla Stratigrafia dell’IUGS su proposta della Sottocommissione Internazionale sulla Stratigrafia Quaternaria (ISQS).